FORUM GEMELLATI * apo2*
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 | Pagina successiva

mamme egoiste o dio dispettoso?

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2010 13:34
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 607
Sesso: Femminile
20/09/2010 22:18
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Come si costruisce una credenza (religiosa)
Purtroppo è così. Si crede in Dio perchè così ci è stato insegnato. Ma leggete qui...

Credenza religiosaLa «costruzione» di un credo è simile sia su base sociale sia su base individuale.
Come ben descrive Mircea Eliade (Storia delle credenze e delle idee religiose, ed. Rizzoli), l’ homo religiosus ha una genesi legata strettamente alla terra e per niente al «cielo». Le popolazioni di nomadi cacciatori immaginarono il sacro come l' altra faccia del loro essere nel mondo. Gli dei e gli spiriti avevano forme a loro familiari. Dal momento che l' animale è il perno dell' esistenza del cacciatore ecco che l 'animale è considerato intermediario tra divino e profano; gli dei e gli spiriti sono così concepiti in forme uomo-bestia dotate di qualità che mancano a quelle reali. E siccome la vita è ritenuta elargita dall' aldilà, gli dei sono immaginati semi bestie alate, muniti di artigli, zanne, coda, ecc. Da quel momento, non si è fatto altro che raffinare queste fantasie  (per esempio, nel cattolicesimo la bestia alata è diventata l’angelo o il demonio, i fenomeni sorprendenti della natura sono diventati miracoli...), fino ad approdare a quella filosofia del Nulla che è la teologia, secondo cui l’accumulo disordinato di idee e immaginazioni secolari trova una certa sistemazione nelle varie forme della religione: politeismo (credere in molte divinità), enoteismo (credere in una divinità principale e ad altre secondarie – è il caso del cattolicesimo), panteismo (credere in una energia divina che permea tutto l’universo), animismo (credere che gli oggetti abbiano un «anima») e monoteismo (credere in un solo dio – attualmente in disuso). Il mondo religioso è così frastagliato (solo le sette cristiane sono 2.500) che basterebbe tale eccessiva diversificazione, a rigor di logica, a far fortemente dubitare che abbia una «verità» comune; senza calcolare che ogni religione ritiene che le altre sbaglino...

Su base individuale, la costruzione di un credo religioso è legato necessariamente alla cultura e alla familiarità in cui si nasce e si cresce. Non a caso, i bambini dei cristiani diventano cristiani, quelli dei musulmani diventano musulmani, ecc. (ovviamente ci sono le eccezioni, ma costituiscono una quantità così piccola che non confuta l’asserzione). E non a caso il mondo religioso è distribuito per «macro aree» di credenze: i musulmani estesi dall’Africa settentrionale al Medio Oriente, i buddisti concentrati nel continente indiano, i cattolici diffusi soprattutto in Europa e in Sud America, gli Ortodossi in Russia, ecc.
Questo non significa altro che ogni gruppo umano, nella propria zona, ha sviluppato un proprio modo di intendere la divinità, un proprio modo di immaginarsi quel che non sapeva spiegarsi.
Ancora una volta, l’origine comune non è affatto un dio bensì tanti modi anche diversissimi di dare risposte ai misteri della natura; controprova: col nascere e il progredire delle scoperte scientifiche, il campo delle spiegazioni ultraterrene, una volta vastissimo, s’è irrimediabilmente ridotto; il mondo una volta lo reggeva un titano chiamato Atlante, poi s’è scoperto che non era vero; tre secoli prima di Cristo, Eudosso di Cnido fece credere a tutti che il cielo era formato da «sfere celesti» messe lì da un dio, ma poi abbiamo scoperto che le cose sono un po’ diverse; queste idee erano «fedi» esattamente come quelle odierne, non c’è alcuna differenza, avevano la stessa credibilità per chi ci credeva, eppure sono svanite e oggi ne ridiamo; allo stesso modo, oggi il clero cerca di costringerci a credere che esista un altro mondo invisibile e non percepibile e ciononostante pieno zeppo di oggetti risibili e davvero incredibili: anime da inserire nei nascituri, anime fuoriuscite dai morti, migliaia di ex morti «fatti» santi da uomini detti papi e capaci di compiere magie dette miracoli, creature angeliche e demoniache, un tribunale monocratico che giudicherà morti resuscitati, spazi dedicati alla gioia e alla pena eterne... E’ veramente da pazzi sfrenati credere in tutto questo! Sennonché, presto o tardi a queste fantasie micidiali si sostituirà finalmente un tantinello di serietà e di ragionevolezza (e speriamo non altre fantasie ancor più folli).

Quindi l’alveo geografico-culturale in cui si nasce, e la funzione educatrice della famiglia (totale almeno per i primi 10 anni), modellano – proprio come farebbe un vasaio con un pezzettino di creta – le concezioni irrazionali che saranno poi la base della credenza religiosa del bambino. In questo senso, come si può chiamare l’azione della famiglia e della micro-società (scuola e parrocchia, nel nostro caso) se non «violenza»? Chi autorizza un genitore o un prete a dare informazioni a quel bambino rette soltanto dalla propria immaginazione e da personali e infondate credenze spacciate per verità assolute? Non sarebbe più onesto un genitore o un prete che dicesse che quelle cose sono soltanto sue opinioni che possono non valere per altri? Nessuno pare scandalizzarsi se diciamo a un bambino che sulle sue spalle ci sono un angelo e un diavolo invisibili e che se fa il cattivo brucerà eternamente all’inferno, ma rischiamo l’esilio sociale se gli spieghiamo una cosa vera e concreta come la violenza umana. Mi chiedo cosa faccia più danni: dargli per certo un mondo invisibile e spaventoso o permettergli di seguire un telegiornale?

Ma perché un bambino sembra crescere e abbandonare molte credenze e non quella religiosa? Perché nessun sano di mente a 20 o 30 anni crede ancora alla Befana, alla Fatina dei denti e all’Uomo Ragno, e trova invece normale credere ancora ai miracoli o a un dio che determina l’intera esistenza?

Questa apparente «specialità» della credenza religiosa è un argomento a favore di chi vuole dimostrare che credere in dio non è come credere in babbo natale. Invece, ancora una volta, la spiegazione è semplice ed è culturale. Una famiglia e una società «credenti» che avvolgono quasi totalmente il soggetto ben oltre l’età dello sviluppo, di fatto gli impediscono quella crescita del pensiero che lo tirerebbe fuori dal pantano delle credenze. Anzi, da ogni parte cominciano ad arrivare addosso all’individuo mille altre irrazionalità che rafforzano quella religiosa: fantasmi, ufo, energie curative misteriose, medianità, parapsicologia... Il mondo dell’individuo, invece di «asciugarsi» rimanendo in un percorso di ragionevolezza e di concretezza, dilaga senza nessun freno in campi i più squinternati. Tutti coloro che hanno fede credono anche, chi più chi meno, a uno o più delle altre irrazionalità.

La Chiese sono rette da «abitudini condivise»: tutti fanno le stesse cose, tutti sono esposti alle stesse suggestioni. In questo modo tutti entrano in risonanza, si rimbalzano le credenze, si convincono l’un l’altro che le cose in cui credono sono giuste e sacrosante (esempio tipico, la messa, in cui un conduttore riconosciuto speciale guida parole e atti rituali della platea e finge accadimenti miracolosi – la transustanziazione – impossibili da verificare ma imposti come verità assolute): è il meccanismo del fanatismo, che porta sempre a una posizione per cui «la mia religione è giusta, la tua è sbagliata, il mio dio è più potente del tuo, il mio dio è il solo dio gli altri sono feticci pagani». Chi non ha religioni viene percepito mancante di qualcosa (ateo significa senza dio), e non c’è il sospetto che quel qualcosa di cui è privo è l’illusione.

Il bambino, quindi, rimane al centro di queste risonanze che, ripeto, riguardano dio e la sfera celeste, ma pure ufo, energie misteriose e morti che danno i numeri in sogno. Ad un certo punto, perché dare credito a un dio onnipotente seduto in cielo capace di aver fatto l’universo intero e di regolare tutti i minimi gesti degli umani, e non dare credito a ben più umili fenomeni come il «miracolo» di san Gennaro o le «apparizioni» soggettive di Fatima? Tutto diventa verosimile, accettabile, anzi «ovvio». E non si capisce perché esistano gli scettici e gli atei, che di conseguenza sembrano arroganti imbecilli incapaci di vedere la maestosità del Creato.

A questo punto la strada di quell’ex bambino è segnata. Genitori ottusi e autoreferenziali, complici di un sistema sociale (chiesa, scuola, mass media, politica) clericale e incapace di discutere criticamente sulla propria irragionevolezza, hanno distrutto ogni fiammella di pensiero alternativo possibile in quel bambino, di quel clone inconsapevole delle proprie origini. Il «battesimo», un modo per chiamare altrimenti l’asservimento coatto a una credenza religiosa, diventa eterno perché diventa un gratificante «così fan tutti».

Conformismo è la nuova parola d’ordine; e la Chiesa è l’espressione massima del conformismo: coi suoi riti, coi suoi dogmi, col suo moralismo, coi suoi ossessivi precetti. Con la sua «missione» di togliere libertà all’Uomo, illudendolo di trovare una diversa (e ovviamente vera) libertà in un post-mortem che ha comprato e che vende a suon di ricatti atroci. E’ la Chiesa dei Comandamenti, dei peccati, dei divieti, del castigo, delle sofferenze lodate, del servilismo spacciato per dovere. Una Chiesa, soprattutto quella cattolica, imprigionata e infelice, che vuole l’Umanità imprigionata e infelice come lei.
E assieme alla libertà, quell’uomo perde pure la felicità. Senza saperlo. Impara a inchinarsi al dio inconsistente che gli hanno mostrato su un dipinto, impara a servire gli sciagurati suoi ministri, impara a mortificare la propria vita e a cominciare una raccolta punti alla fine della quale gli hanno detto che ci sarà un super premio chiamato Paradiso.
Povero bambino, povero uomo! Rimarrà illuso e vittima di assurdi raggiri fino alla morte. Mai nessuno (nemmeno «quello» di 2000 anni fa) è ritornato da morte certa per raccontargli come stanno davvero le cose. E dunque continua ad ammazzare il proprio diritto alla felicità con quell’abominio chiamato «fede».

 http://www.calogeromartorana.it/




La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:19. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com