00 14/05/2011 18:34
Aveva sfigurato una donna con l'acido. Ma Amnesty International è intervenuta: «È una tortura, non una pena»

MILANO - È stata rinviata l'esecuzione della pena-choc comminata da un tribunale di Teheran a Majid Movahedi, condannato nel novembre 2008 all'accecarmento con acido versato negli occhi in applicazione della «qesas», la legge del taglione in vigore in Iran. Lo ha riferito l'agenzia d'informazione Isna, spiegando che l'esecuzione «è stata rinviata a data da destinarsi». La notizia del rinvio è stata confermata anche dal portavoce di Iran Human Rights, Mahmood Amiry-Moghaddam, che ha invitato la comunità internazionale a mantenere alta l'attenzione sugli abusi che vengono compiuti nella Repubblica Islamica. Movahedi era stato condannato all'accecamento per aver a sua volta ridotto alla cecità nel 2004 una donna, Ameneh Bahrami, che aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio.

ESEMPIO - Amene Bahrami, che ha oggi una trentina d'anni e nonostante diciassette interventi non ha riconquistato la vista, vive in Spagna. Più volte ha chiesto che la pena venisse applicata. «Ho talmente sofferto in questi anni che ne sono davvero felice», ha detto in un'intervista pubblicata sabato sul quotidiano Haft-e Sobh. «Vorrei applicare io stessa la pena», ha detto giustificando la richiesta dell'applicazione della legge del taglione: «Non perché il colpevole soffra le mie stesse pene, ma perché una punizione così cruenta servirà a dissuadere chiunque pensi di commettere crimini simili in futuro».

TORTURA - Secondo Haft-e Sobh la sentenza, la prima di questo tenore in Iran, avrebbe dovuto avvenire in un ospedale di Téhéran, alla presenza di un esperto medico legale e della stessa vittima. Ma venerdì è intervenuta la denuncia di Amnesty International che l'ha definita una «punizione crudele e inumana equivalente a una tortura».