La ragazza povera che non può diventare madre

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Jon Konneri
00sabato 24 luglio 2010 22:30
Ha 20 anni, è sposata, guadagna 500 euro al mese Le hanno tolto il neonato: capacità genitoriali dubbie
SARA RICOTTA VOZA
INVIATA A TRENTO
È italiana, ha 20 anni, un marito che lei ama e che l’ha resa mamma per la seconda volta qualche mese fa. Ma è anche una ragazza problematica: ha lasciato la famiglia a 14 anni, ora è ospite di una casa protetta e guadagna appena 500 euro al mese con i corsi di formazione retribuiti. Può essere una brava mamma? Il Tribunale dei minori non ne è sicuro. Vuole valutare, capire. Serve una perizia psicologica. I risultati arriveranno ad agosto.

Peccato che siano sei mesi che lei non vede la sua bimba. Gliel’hanno tolta appena partorita, a gennaio. Con la pietra bianca del Duomo, la gente seduta in piazza intorno alla fontana e i 37 gradi con umidità da tropici, Trento sembra una città del Sud. Invece siamo nell’area più ricca d’Italia. È giorno di mercato e anche davanti all’ingresso di Sociologia ci son più bancarelle e pensionate con la spesa che pensose studentesse. Qui e nei bar dove si ritrova chi ha ancora esami a luglio si parla molto della mamma povera a cui è stata sottratta la bimba appena partorita. E si dice chiaro e tondo che non è possibile, se i giudici hanno avviato la procedura di adottabilità non può essere solo per la storia dei 500 euro al mese guadagnati dalla mamma.
Nel Trentino ancora ricco la parola «povertà» fa un certo effetto ed è rimasta la più appiccicata a una vicenda che voleva, come spesso accade, far discutere d’altro. Così lo psicologo Giuseppe Raspadori, che l’altro giorno ha fatto scoppiare il caso per portare all’attenzione l’eccessivo - a suo parere - potere discrezionale del Tribunale dei minori, si è visto subissato di telefonate e mail di gente che offriva case, soldi e pannolini a vagonate. «Un imprenditore veneto è disposto a mantenere madre e figlia, una concittadina illustre ha offerto ospitalità, un avvocato di Catania la difesa in tribunale». E non è finita. Su Facebook è nato il gruppo «Rapimento di Stato, ridate subito il figlio a sua madre» e l’associazione «Salvamamme» di Roma è pronta a mandare kit-maternità per un anno purché uno spedizioniere li porti a Trento. La vicenda ha commosso un bel pezzo d’Italia e anche il ministro Carfagna chiede chiarimenti.

Ma se il problema non è il denaro e nemmeno la droga, che cosa ha impedito a una mamma che non ha voluto abortire di vedere la figlia dal parto in poi? «E’ stato l’ospedale a segnalare la situazione al Tribunale dei minori» spiega Giuseppe Pietrapiana, unico magistrato presente in tempo di ferie. «La situazione dei genitori è già nota come precaria; non solo dal punto di vista economico - i nostri interventi avvengono sempre all’interno di famiglie “multiproblematiche” - ma anche della loro situazione personale, psicologica. Lei è già stata oggetto di una perizia due anni fa, e si sono rilevate notevoli fragilità».

Il procedimento comunque è in corso e potrebbe anche avere un esito diverso dall’adottabilità. «La perizia psicologica per accertare le capacità genitoriali verrà depositata a breve, poi ci sarà l’udienza». Sul caso pesa il precedente del primo figlio avuto prima dei 18 anni e ora affidato a una famiglia del posto. Mamma e figlio comunque si vedono periodicamente e forse lei sperava di poter fare lo stesso con la bimba. Tra l’altro il padre di entrambi è il legittimo marito, sul quale però tutti calano un garbato silenzio.

Fin qui la storia singola. Ma lo psicologo Raspadori che è consulente di parte - e la parte è il «marito» - ha lanciato il sasso perché nello stagno si parlasse di altre cose: della discrezionalità di valutazioni sulle «capacità genitoriali» e su come presto si arrivi a formule come «fattore di rischio» e «tratto paranoico». Parole che, per Raspadori, ben esprimono la «banalità del male della burocratizzazione». In città c’è chi è d’accordo con lui e chi no. D’accordo nella sostanza il mondo dei Cav e del Movimento di aiuto alla vita che qui è una federazione: «Federvita si chiama, e collega i 10 Centri di Aiuto alla Vita del Trentino con quelli del Veneto» spiega Graziella Ober, prima volontaria del primo Cav trentino. «Non vorrei farmi prendere dall’emotività, ma per sottrarre un bimbo alla mamma ci vogliono motivi estremi. Noi seguiamo 250 mamme o famiglie con bambini piccoli, le aiutiamo col lavoro o con l’affitto. Non ne approfittano, non si adagiano, se hanno il bambino fanno la loro parte».

In politica il consigliere provinciale Pino Morandini - magistrato e vicepresidente del Movimento per la Vita - ha presentato una mozione e un’interrogazione perché si sappia «quanti casi ci siano stati di affidamento a terzi e le motivazioni; e poi un monitoraggio costante sul caso specifico».

Ma la parola «povertà» ha colpito più di tutto. Qui, nel ricco Trentino dove tutti ammettono che gli ammortizzatori han funzionato e il volontariato è ancora una realtà imponente, nell’ultimo rapporto Caritas si legge che la crisi è arrivata adesso. «I nostri pacchi viveri - conferma Simona Ticchi del Centro d’Ascolto Caritas - hanno avuto un aumento di richieste del 54% nei primi mesi del 2010». Con tanti nuovi volti che han bussato a una porta a cui non avrebbero pensato mai.
la stampa.it
kelly70
00sabato 24 luglio 2010 22:47
Quando vai in ospedale per partorire non ti chiedono la dichiarazione dei redditi, nè se sei in grado di mantenere tuo figlio.

Almeno che io sappia e sarebbe assurdo comunque.

I fattori su cui si basano per rivolgersi agli assistenti sociali sono ben altri, e non credo proprio che riguardino lo stato economico della madre. Ancor meno se ha un marito poi...ma dico, chi è che racconta ste cavolate?

Kelly [SM=g8799]
Jon Konneri
00sabato 24 luglio 2010 23:01
E' vero , la cosa mi stranizza pure a me , o che ci sia sotto una persona molto potente che vuole a tutti i costi avere quel bambino oppure la madre non ci sta con la testa , comunque il brano lo preso dal giornale la stampa.it
qui www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201007articoli/56964gi...

Se questa notizia è vera c'è veramente da preoccuparsi per i nostri piccoli.
kelly70
00sabato 24 luglio 2010 23:34
Re:
Jon Konneri, 24/07/2010 23.01:

E' vero , la cosa mi stranizza pure a me , o che ci sia sotto una persona molto potente che vuole a tutti i costi avere quel bambino oppure la madre non ci sta con la testa , comunque il brano lo preso dal giornale la stampa.it
qui www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201007articoli/56964gi...

Se questa notizia è vera c'è veramente da preoccuparsi per i nostri piccoli.




Io credo che la madre non ci stia con la testa, oltretutto le hanno già tolto un altro figlio...e nessuno si chiede che parte abbia il marito che lei ama tanto?

Questa secondo me è strumentalizzazione bella e buona, la gente vuole credere e far credere che ti tolgono i figli se non hai soldi. Non è vero, in tal caso ti aiutano, ci sono le caritas, non resti a digiuno e senza vestiti, certo non ti puoi permettere i divertimenti, ma se sei un buon genitore e dimostri di avere volontà di lavorare, nessuno ti toglie i figli.

Io dico che hanno visto cose strane e hanno informato i servizi sociali. Poi si sa, a parlare senza sapere sono tutti bravi.
Titti-79
00domenica 25 luglio 2010 02:44
Si infatti penso anch'io così.
Lasciano i figli addirittura alle madri che fanno le prostitute o sono tossicodipendenti, figuriamoci ad una che ha solo in reddito basso.
Sicuramente c'è qualcos'altro sotto... [SM=g7349]

Titti. [SM=g2242142]
mena72
00domenica 25 luglio 2010 16:10
Ho postato questa notizia su Veneziano...scrivo qui il mio commento:
perchè tutelano quelle madri che abbandonano i propri figli nei cassonetti dlle immondizie ,dando loro la possibilità di riconoscerli ed eventualmente di riprenderli con se.. e non tutelano questa donna..che sicuramente avrà dei problemi...ma ha desiderato questa bambina..e la rivuole con se..perchè non non l'aiutano, dandole un lavoro che l'aiuterebbe a crescere questa bambina e questa famiglia che magari ha desiderato tanto??
gli assistenti potrebbero tenerla sotto controllo..però la bambina crescerebbe con la sua mamma..e forse anche con il suo papà..
Jon Konneri
00giovedì 29 luglio 2010 00:37
Un altro caso
Rapirono la figlia, arrestati


La piccola Anna
era con i genitori
sta bene ed è stata
affidata alla tutrice
VANNI ZAGNOLI
REGGIO EMILIA
È durata undici giorni la fuga di Massimiliano Camparini, 40 anni, e della moglie Gilda Fontana, 45enne, con la piccola Anna Giulia. La coppia di Reggio Emilia, a cui la figlia era stata tolta per problemi di droga, aveva prelevato la bimba di 5 anni due venerdì fa, da un istituto di religiose a cui era stata affidata, a Marina di Massa, in provincia di Massa e Carrara. Ieri sera sono stati fermati al confine con la Svizzera. In nottata sono stati interrogati a Lugano. Al momento del blitz la bimba era con loro, si è spaventata molto: «Si è trattato di un distacco traumatico», confermano i militari. Ha pianto, si è resa conto che papà e mamma venivano portati via, è stata immediatamente riassegnata alla tutrice del tribunale dei minori di Reggio Emilia, l’avvocatessa Sabrina Tagliati.

Ora la coppia emiliana, in stato di fermo, potrebbe dire addio alla figlia per un lungo periodo. La bimba è attesa di nuovo nella struttura da cui era stata prelevata. Un’ipotesi che preoccupa il consulente di parte, professor Camillo Valcimigli, che aveva redatto la perizia disposta dal tribunale per i minorenni di Bologna.

«La legge va rispettata», spiega, «ma per me averla portata via alla madre è una violenza. I bambini non sono pacchi, tantomeno a quell’età».

Due giorni dopo il rapimento, il modenese Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche familiari e alle tossicodipendenze, aveva chiesto alla coppia di restituire la bambina: «La riportino subito, poi farò di tutto perché il caso sia approfondito, nel rispetto delle competenze della magistratura. Sono disponibile a un incontro immediato con le parti».

C’è stato bisogno invece dell’arresto al confine. «Eppure speriamo che attorno a questa vicenda si ragioni davvero», auspica il professor Valcimigli.

Nel pomeriggio di ieri era intervenuto il legale dei coniugi emiliani, l'avvocato Francesco Miraglia, al quale i due avevano promesso: «Continueremo a stare dove siamo». I due accusavano la casa vacanze dov’era ospitata la figlia: «Anna Giulia si mangiava le unghie fino al sangue, era terrorizzata dalle punizioni a cui le suore la costringevano, mentre con noi sta benissimofine:slvgil».

Dopo l’arresto il legale ha detto che la madre «si è sentita male» ma che lei e il marito «hanno ribadito di aver trascorso con la figlia i giorni più belli della loro vita».

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Questo è uno stato assurdo invece di aiutare le famiglie in difficoltà ci tolgono i figli
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