Titti-79
00martedì 26 aprile 2011 13:56
L’opera di Andres Serrano "Immersion Piss Christ", presa a martellate a Avignone.
Un'opera di Andres Serrano esposta a Avignone scatena i cattolici. E un commando fa giustizia
Beati i miti. Ma guai a farli arrabbiare. Domenica un «commando» cattolico composto da quattro giovani, descritti dai testimoni fra i 18 e i 25 anni, ha fatto irruzione alla Collezione Lambert di Avignone, ha immobilizzato le tre guardie e preso a martellate l’Immersion Piss Christ dell’artista americano Andres Serrano lì esposta. E, già che c’era, il braccio violento della fede ha sfasciato anche la Soeur Jeanne Myriam dello stesso autore. Poi i quattro dell’Apocalisse si sono dati alla macchia, anche se corrono seriamente il rischio di essere scoperti perché il blitz si è svolto davanti a parecchia gente.
Naturalmente la divergenza con Serrano non riguarda il valore artistico del suo Cristo, ma il fatto che l’«opera» consiste nella fotografia di un Crocifisso immerso nel sangue e nell’urina. Ovvio che il quadro di Serrano abbia avuto un «succès de scandale» fin da quando è stato realizzato, nel 1987, per rappresentare, secondo il suo autore, l’angoscia collettiva per l’Aids. Faceva parte di una serie, Immersions, in cui comparivano anche una Vergine con il Bambino sommersa di latte, un Ratto d’Europa a mollo nella saliva e un’Ultima Cena nello sperma. Un modo pratico e rapido, oltre che per commuoversi sui malati di Aids, per far parlare di sé.
E infatti sono 24 anni che il Cristo bagnato, chiamiamolo così, gira il mondo facendo girare le scatole di molti. Nell’87, esposto in Nord Carolina, provocò le ire di un paio di senatori repubblicani, uno dei quali, Jesse Helmes, gratificò Serrano così: «un poveraccio, blasfemo, pornografo e malato mentale che prende in giro gli americani» (seguì il taglio dei fondi pubblici per le mostre). Nel ’97, a Melbourne, un altro visitatore non gradì ma, da australiano pratico, anziché protestare brandì, anche lui, un martello.
L’episodio di Avignone, dove peraltro il Cristo era già stato esposto cinque anni fa, arriva al termine di una lunga polemica, alimentata dal titolo imprudente scelto per la mostra di Serrano: «Io credo ai miracoli». L’arcivescovo locale, Jean-Pierre Cattenoz (peraltro a sua volta contestato da parte del gregge per la sua gestione della diocesi), ha aperto il fuoco verbale contro l’«immondizia», facendo presente che se analogo bagno fosse toccato a un Corano si sarebbe scatenato il finimondo. Sono seguite manifestazioni, petizioni, rosari espiatori e perfino un attacco via mail, che ha intasato di spamming le caselle postali dei responsabili della mostra e degli amministratori locali.
Finché, all’uscita della messa delle Palme, è scattato il raid. Scatenando un putiferio di reazioni. La sindaca di centro-destra solidarizza con gli organizzatori. Idem il ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, «pur riconoscendo che il quadro può scioccare certo pubblico» (in effetti...). La galleria annuncia querele e riapre lasciando esposte le opere «vandalizzate». Dall’America, Serrano dice che «francamente non me lo aspettavo proprio, soprattutto in Francia». Ma sulle sue fotografie non piove solo pipì: grazie alle polemiche, una versione del Piss Christ è stata battuta all’asta per 150 mila euro.