Coppie di fatto e matrimoni gay, l’Italia è fra le ultime.

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Titti-79
00sabato 14 agosto 2010 03:49
di Stefano Faraoni [9 ago 2010]

Il Presidente dell’arcigay, Paolo Patanè, così osserva: “Siamo, insieme alla Grecia, l’unica nazione a non riconoscere diritti alle coppie dello stesso sesso e rappresentiamo un’eccezione in Europa e tra i Paesi avanzati.
La discriminazione che impedisce alle coppie omosessuali di accedere all’istituto del matrimonio è tanto inaccettabile quanto assurda per uno Stato di diritto che ha tra i suoi valori fondanti l’uguaglianza e la libertà dei suoi cittadini.”

E infatti, sebbene recentemente anche la Corte Costituzionale si sia pronunciata impegnando il Parlamento ad affrontare il problema dei diritti per tutte le coppie – anche quelle di fatto e le gay – nel nostro Paese non è successo nulla.
Le resistenze confessionali e la sottovalutazione del problema incidono ancora profondamente sui ritardi del legislatore in materie che, inopinatamente, sono state discusse in altri Paesi apparentemente meno “avanzati” del nostro, con produzione relativa di leggi a tutela di realtà di coppia ormai diffuse.
Da noi si preferisce nascondere ancora la testa sotto la sabbia come gli struzzi, e far finta che la questione non esista; minimizzando la problematica, di natura squisitamente sociale, ed anteponendo alla materia ben altre priorità.
Senza sapere che anche questo, come molti altri, è semplicemente l’indicatore del livello di civiltà di una nazione.

D’altro canto quest’atteggiamento è perfettamente in linea con quello conseguente al clamore del caso drammatico di Eluana Englaro: tanto strepito, tanto rumore per nulla.
Una solenne promessa, da parte di tante forze politiche, che la questione del fine vita non poteva non essere affrontata dal legislatore, per poi prendere mestamente atto che, dibattiti e discussioni infinite a parte, in Italia una legge ancora non c’è.

Cui prodest? Ma alla Chiesa, innanzi tutto, che nelle situazioni di “stallo” sguazza, preferendo mantenere uno status quo che alla fin fine le fa gioco, sancendo la propria preminenza “etica” rispetto alla normale evoluzione civica, civile e sociale di una nazione.
Si va avanti col freno a mano, insomma, attendendo sempre e comunque, su queste ed altre questioni, un placet che da parte del Vaticano non arriva mai. Perché ovviamente contrario.
Se la Chiesa, istituzione pervasiva ed invasiva nel nostro Paese, si mostra fondamentalmente omofobica, il Parlamento avrà grandi difficoltà a discutere i matrimoni gay o anche solo la questione dei diritti delle coppie di fatto, che, nella mentalità confessionale, minano, tentano di scardinare il sacro istituto della famiglia.
Se la dottrina della Chiesa sancisce che la vita è un dono di dio e solo da lui ci può essere tolta (un dono con riserva di restituzione), il Parlamento ha e avrà sempre grandi difficoltà ad ammettere che il sacrosanto, universale, imprescindibile, diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo e sulla propria vita, viene in primo piano rispetto ad ogni altra velleità di carattere cultural-religioso.

Da: CronacheLaiche.it
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Siamo alle solite... Che fatica la civilizzazione! [SM=g2302881]

Titti. [SM=g2242142]
Jon Konneri
00sabato 14 agosto 2010 19:21

Siamo alle solite... Che fatica la civilizzazione!

Titti.



Se questa la chiami civilizzazione , secondo me la vera civilizzazione è cercare una cura per tutti questi malati, ma poi si fa tanto per cercare di convivere senza sposarsi che probblemi hanno;

Per quanti sforzi possa fare la società per loro non avranno mai un matrimonio normale è inpossibile
Titti-79
00martedì 17 agosto 2010 19:41
Re:
Jon Konneri, 14/08/2010 19.21:


Siamo alle solite... Che fatica la civilizzazione!

Titti.



Se questa la chiami civilizzazione , secondo me la vera civilizzazione è cercare una cura per tutti questi malati, ma poi si fa tanto per cercare di convivere senza sposarsi che probblemi hanno;

Per quanti sforzi possa fare la società per loro non avranno mai un matrimonio normale è inpossibile



Jon, ti dirò...
Io sinceramente non sono per il matrimonio a tutti i costi.
In un certo senso la penso come Sgarbi che consiglia sempre ai gay di non sposarsi, non perchè non ne abbiano il diritto, ma perchè la conquista della libertà sessuale non deve essere rappresentata da un pezzo di carta, bensì dal rispetto a cui ogni essere umano ha diritto.

Titti. [SM=g2242142]
kelly70
00martedì 17 agosto 2010 21:57

Infatti, il matrimonio è una trappola e quelli la vogliono a tutti i costi, bah, misteri della follia umana...

[SM=g8799]


Blumare369
00mercoledì 18 agosto 2010 18:10
Re:
Jon Konneri, 14/08/2010 19.21:


Siamo alle solite... Che fatica la civilizzazione!

Titti.



Se questa la chiami civilizzazione , secondo me la vera civilizzazione è cercare una cura per tutti questi malati



Qui ha ragione Jon. I malati vanno curati. I cattolici sono spesso asintomatici. Niente febbre, niente vomito, niente diarrea. Ma le malattie psichiche sono subdole. Un cattolico osservante può essere assimilato allo schizzofrenico equalcuno di loro manifesta i chiari sintomi del disturbo bipolare.

Loro -icattolici- trovano malato un individuo che ha preferenze sessuali non eterosessuali, domenticando le decine di migliaia di preti che infilano in bocca l'ostia a qualcuno dopo avere sfrucugliato nel culetto o preso in mano il pisellino in sacrestia di qualche chierichetto. I cattolici trovano malato un omosessuale, ma credono di essere sani di mente credendo a una donna aspitrata in cielo. Credeno di essere sani di mente credendo a un'oasi nello spazio dove ci sarebbero divinità galleggianti sulle nubi. E sono pure schizzofrenici, i cattolici, perché qualche centinaia di anni orsono andavano in giro a bruciare gente impugnando il crocefisso.

Non c'è un solo cattolico osservante sano di mente. Non c'è!Un cattolico praticante è uno psicopatico pronto a uccidere alla prima occasione mascherata da volere divino.

[SM=g8496]

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