"Dio esiste": il vescovo sfida la scienziata!

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Titti-79
00venerdì 9 luglio 2010 17:07
Faccia a faccia tra Margherita Hack e monsignor Zenti che attacca: "Il vero ateo è l'egoista".
L'astrofisica ribatte: "I cristiani dovrebbero essere più cristiani".
Ma alla fine né vincitori né vinti.
Il vescovo e la scienziata atea, un uomo in tonaca e una donna in pantaloni.
Un faccia a faccia davanti a un’intera città, un migliaio di persone stipate in un auditorium, 400 all’aperto e chissà quante davanti alle tv che hanno trasmesso il dibattito via satellite.
Un confronto cercato e voluto dal monsignore, ansioso di sfidare lo spauracchio che aveva paragonato Dio a Babbo Natale.
Un tema, «Dialogo su fede e scienza», che fino a qualche anno fa non avrebbe suscitato tutto questo interesse.
Il vescovo è quello di Verona, Giuseppe Zenti.
La scienziata è Margherita Hack.
Monsignore non ha particolari incarichi nella Cei; la studiosa invece è conosciutissima, astronoma, astrofisica, accademica dei Lincei, eccetera.
E soprattutto atea di ferro, presidente onorario dell’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, quelli dello sbattezzo e delle scritte sugli autobus di Genova («La cattiva notizia è che Dio non esiste, quella buona è che non ne hai bisogno»).
Un incontro ad alto rischio fortissimamente voluto dal presule, uno che ama le grandi sfide: quand’era vescovo di Vittorio Veneto scrisse due lettere a Romano Prodi perorando la causa delle famiglie tartassate e dei precari.
Zenti e la Hack si sono fronteggiati a viso aperto, lealmente, menando fendenti ma senza colpi bassi.
Dovevano essere tenuti sotto controllo come nei duelli televisivi americani, tipo Obama e McCain: venti minuti a testa per sintetizzare le proprie idee, quattro domande di esperti (un industriale biomedico, un docente universitario, un preside, un prete-giornalista), infine un dialogo diretto.
Brevi intermezzi musicali.
E niente applausi fino alla fine.

Invece sono state subito scintille appena il vescovo ha chiuso il suo primo intervento dicendo che «il vero ateo è l’egoista».
La Hack è saltata su: «I cristiani dovrebbero essere più cristiani».
«Quando entrambi ci ritroveremo in paradiso continueremo a discorrere».
«No monsignore, il suo è stato un bel discorso ma privo di razionalità».
«Io sono credente, non credulone».
«Lei porta suggestioni, non ragioni».
«La mia ragione sta nell’esperienza quotidiana, dove Dio è presente anche se non lo vedo».
«Comunque io in paradiso non ci andrò, le mie molecole svolazzeranno libere nell’aria senza un perché».
«Cara signora, come fa a esserne così convinta? Anche questo è un atto di fede».
La tesi della Hack è che scienza e fede convivono perché non si parlano, lavorano su piani diversi.
«Dio è la più comoda delle risposte per spiegare il mistero che ci circonda. È l’invenzione con cui l’uomo spiega quello che la scienza non chiarisce. Siccome dispiace morire, fa piacere credere in un aldilà. Nell’antichità non si conosceva nulla dell’universo e lo si popolava di dei. Ora che la scienza ha scoperto grandissime verità, lo spazio di Dio si restringe. Com’è possibile che una zuppa di particelle elementari si sviluppi fino a diventare un organo come il cervello umano, più complesso di qualsiasi galassia? Non lo so, ne resto meravigliata ma non voglio spiegarmelo con la scorciatoia di un dio. Io non credo perché non ne ho ragioni scientifiche. Mi sembra un’idea assurda».

Zenti invece ha portato esperienze personali.
Ha detto che le domande profonde sul senso della vita sono la prova della grandezza dell'animo umano.
«La fede è uno strumento per conoscere. C’entra profondamente con la scienza. A occhio nudo vedo certe cose; ma se uso strumenti come il microscopio o il telescopio vedo più in profondità: la fede opera nello stesso modo, mi fa entrare nel profondo delle cose e perciò è pienamente razionale. Dio c’è perché lo vivo, è la ragione d’essere di tutto l'universo. Mi ha svelato perché sono al mondo, perché vivo e dove approderò da morto. Toglietemi Dio e diventerò una larva».

Si parla di amore e dolore, di vita e morte, del mistero e del destino.
La Hack batte sempre gli stessi tasti: «Voi spiegate la complessità della materia con l’azione di un dio, io credo che la materia si sviluppa da se stessa. Sono posizioni equivalenti, entrambe plausibili e indimostrabili. Quella di Dio però mi sembra una soluzione infantile».
«Non è una bella incensata», replica il vescovo.
E perché Dio non si manifesta di più?, domanda il moderatore, il giornalista Michele Brambilla.
«Perché rispetta la nostra libertà, altrimenti sarebbe un marionettista».
E la Hack, preferirebbe sapere che esiste un aldilà o il nulla dopo la morte?
«Mah, sarebbe bello ritrovarsi con tutte le persone cui ho voluto bene, anche con i miei animali, sarebbe una bella favola. Ma alle favole non credo».
È finita senza né vincitori né vinti: come ha riconosciuto la Hack, «ognuno è rimasto della sua idea».

Da: ApocalisseLaica
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Titti. [SM=g8916]
Blumare369
00venerdì 9 luglio 2010 18:04
Dio è semplicemente un bisogno della specie umana, che ha coscienza di se e della propria ineluttabile scomparsa. E ovviamente rifiuta istintivamente questo destino assolutamente certo.

Rispondeva un pastore americano a chi gli chiedeva il motivo del grande successo della Chiesa: "Noi dobbiamo il nostro successo a un prodotto migliore di qualsiasi auto, per quanto bella, e di qualsiasi altro profotto, per quanto desiderabile. Abbiamo l' aldilà.

Non importa che Dio si chiami Gesù, o Allah, o Confucio o in qualsiasi altra maniera: basta che prometta l'aldilà. Tutte le religioni maggiori e quelle minori, fino alle centinaia di piccolissime religioni delle terre più lontane promettono l'aldilà.

Le religioni più grandi hanno storie mirabolanti e impossibili da provare. Il loro segreto è proprio l'incomprensibilità dei fenomeni fondanti.

Una religione che si aggiornasse o che fosse scientificamente spiegabile non sarebbe mai sopravvissuta fino ai tempi nostri; mai e poi mai.

Non importa se la scienza in generale, l'astrofisica, la fisica quantistica, l'astronomia, le esplorazioni spaziali, le astronavi che ormai hanno percorso miliardi di km, i telescopi astronomici di ultimissima generazione dimostrano la assoluta infondatezza di ogni e qualsiasi religione che ponga in cielo la Sede principale e uno dei tanti paradisi (con o senza vergini. Non importa! Basta che all' essere umano gli si dica: abbi fede. Non fidarti del tuo cervello. Dio c'è e basta. Ebbene, questo essere umano ci crederà. Un essere umano ha come priorità il desiderio di non soccombere e se a prometterglielo sarà una marionetta lui la seguirà devotamente. Per questa marionetta arriverà a uccidere, sterminare suoi simili, morire egli stesso.
Pur di non dissolversi adorerà come un invasato quadri, statuette, colonne, grotte, alberi, animali. Dirà: Dio c'è.

Perchè Tutto ciò? ma perché è un bisogno istintivo, innato, cosciete, assoluto.

Perché le persone amano Dio? Perche appunto amano e l'Amore è un sentimento irrazionale cieco assoluto. Lo steso che si ha per una donna, per i figli. L'amore è una condizione essenziale per l'uomo e anche un Dio è essenziale. Essenziale per infondere speranza, per non autodistruggersi, per tenere unite le masse. Religioni diverse, anche contrarie le une alle altre, ma in tutte c'è l'aldilà e i dettami di una morale non distruttiva.

Non c'è Dio... ma c'è l'idea di Dio. Se Dio ci fosse stato sarebbe stato attaccato e ridotto a brandelli. Invece non c'è, ma c'è la sua idea.

Guardate la canizza della caccia alla volpe: insegue l'odore di volpe col quale è stato intriso un feticcio.

Non c'è niente da fare: fra la Ragione e la Religione l' essere umano sceglie la Religione. Qualsiasi religione.

... basta che gli dica: non ascoltare le voci del Demonio. Dio c'è e ti aspetta.

[SM=g8496]

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