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Delitto Meredith, la sentenza d'appello: assolti Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2011 12:50
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03/10/2011 23:26
 
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Il verdetto dopo undici ore di camera di consiglio

MILANO - Dopo oltre undici ore di camera di consiglio, arriva la sentenza d'appello su Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati dell'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher: sono stati assolti con formula piena dall'accusa di omicidio.

IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA - «La Corte d'assise d'appello di Perugia», recita la sentenza letta dal presidente, « in parziale riforma della sentenza pronunciata in data 4-5 dicembre 2009 dalla Corte di assise di primo grado di Perugia, nei confronti di Knox Amanda e Sollecito Raffaele...: - dichiara Knox Amanda colpevole del reato di calunnia (ai danni di Patrick Lumumba, ndr)... e la condanna alla pena di anni tre di reclusione (...); - assolve entrambi gli imputati dai reati contestati ai capi A (omicidio, ndr), B (porto di coltello), C (violenza sessuale) e D (furto) per non aver commesso il fatto, e dal reato di cui al capo E (simulazione di reato) perché il fatto non sussiste; - ordina l'immediata liberazione di Knox Amanda e Sollecito Raffaele se non detenuti per altra causa»

L'ACCUSA DI CALUNNIA - Per Amanda Knox è stata, quindi, riconosciuta la colpevolezza per calunnia nei confronti di Patrick Lumunba per la quale sono stati confermati tre anni di carcere e il pagamento delle spese (22mila euro circa). Dopo 4 anni di detenzione, entrambi saranno scarcerati tra breve. Anche se la Knox, per lasciare l'Itala, dovrà affrontare trafile burocratiche in quanto, nel frattempo, è scaduto il suo passaporto.

Delitto di Perugia, il giorno della verità

REAZIONI - Alla lettura della sentenza l'aula è esplosa in un boato. Amanda Knox è scoppiata a piangere e ha abbracciato la sorella, presente in aula con gli altri familiari. Grande la gioia anche di Raffaele Sollecito. L'incubo, per loro è durato 1.448 giorni. All'uscita dal Tribunale le grida di gioia sono state sommerse da fischi e urla. Un coro di «Vergogna» è stato ripetuto e urlato nei confronti degli avvocati che si apprestavano ad essere intervistati. «Bastardi» e «venduti» hanno gridato dalla folla insieme a fischi e insulti. Tutta la piazza antistante il tribunale è completamente gremita di gente che viene tenuta a distanza dall'ingresso di palazzo di giustizia tramite delle transenne.

LE DIFESE - «Una sentenza attesa» ha detto Giulia Bongiorno, avvocato di Raffaele Sollecito che ha definito la sentenza approfondita «che non si è fermata all'apparenza e ha istituito una perizia che ha tolto ogni dubbio e confermato l'estraneità di Raffaele Sollecito». L'avvocato Bongiorno ha poi descritto i primi attimi in cui Raffaele Sollecito, quando ha appreso di essere stato assolto. «Raffaele ha continuato ad abbracciarmi urlandomi: grazie, grazie, grazie e in quell'abbraccio lui tremava». Così «Raffaele è stato assolto per non aver commesso il fatto - ha ricordato -. Durante la lettura della sentenza mi ha chiesto alcune spiegazioni tecniche su alcuni articoli che venivano letti». A chi le ha chiesto se si aspettava una sentenza di assoluzione, l'avvocato Bongiorno ha risposto: «Così come in primo grado, quando ci avevano negato la perizia, avevo detto sia a Raffaele che al padre che secondo me ci sarebbe stata una sentenza di condanna, in questo caso, dopo aver letto una perizia che escludeva la responsabilità di Sollecito, avevo dato loro speranze di questa sentenza. Oggi in realtà ho avuto conferma di una sentenza che mi attendevo». «Qualsiasi processo deve partire esclusivamente da prove e non da illazioni - ha detto ancora l'avvocato di Sollecito -. Se ci si ferma alle illazioni per correre e per dare subito una sentenza così il popolo è contento, si può incorrere in errori. Se si ha l'umiltà di approfondire, di verificare bene ogni prova, alla fine le sentenze sono giuste. In questo caso è stata la perizia la svolta». «Questa sentenza fa giustizia perché la verità è emersa», ha detto Carlo Della Vedova, legale di Amanda Knox. «Loro due - ha aggiunto - non erano presenti quella sera. Siamo contenti. Il mio pensiero, tuttavia, ora va alla ragazza che era un'amica di Amanda, come lei stessa ha sempre dichiarato. Finalmente però abbiamo avuto la sentenza che riconosce la giustizia. Ringraziamo la corte per questa decisione».

LO SFOGO DI SOLLECITO - Sono affidate ad una lettera indirizzata a Remo Croci, inviato di «Quarto Grado», le parole di sfogo di Raffaele Sollecito che denuncia il malessere e la sofferenza di questi ultimi quattro anni di carcere trascorsi nell'attesa di un verdetto di assoluzione, che la sentenza della Corte d'Appello ha emesso da pochi minuti. Ecco il testo integrale della lettera di Sollecito, diffusa questa sera su Retequattro nel corso dello speciale «Quarto Grado-Il delitto di Perugia»: «Egregio Signor Croci, sono passati quattro lunghissimi tragici anni, pieni di dolore e di speranza che la verità sarebbe prima o poi venuta a galla, nonostante gli innumerevoli tentativi meschini di sopprimerla. Nella lunga sofferenza che Amanda ed io abbiamo dovuto patire e sopportare, abbiamo sempre cercato - si legge nella missiva - di non perdere mai la speranza». «Le perizie sono arrivate con enorme ritardo - denuncia il ragazzo - questo chiedere e richiedere ciò che era sempre stato nostro diritto, nel frattempo ha devastato le nostre famiglie e ha gettato via quattro lunghi anni delle nostre vite». E conclude: «Quello che abbiamo sofferto ci ha cambiato per sempre ma nonostante questo, spero che molti abbiano aperto gli occhi e comincino a considerare che non si gioca con la vita delle persone come si fa nelle competizioni sportive».

«UN FIGLIO RESTITUITO» - «La corte di appello di Perugia mi ha restituito mio figlio», ha detto il padre di Raffaele Sollecito, Francesco. «Sono immensamente contento, è stata fatta luce e dato fondamento a quello che noi abbiamo cercato di dimostrare in primo grado. È evidente che Raffaele non ha niente a che vedere con la morte di Meredith che rimane sempre nei nostri cuori», ha aggiunto. «Cosa faremo? Torneremo subito a casa», ha concluso Francesco Sollecito. Prima di lasciare la piazza un ultimo sfogo: «Finalmente mi sono permesso di piangere», ha concluso.

GLI USA- Mentre i familiari di Meredith Kercher annunciano una conferenza stampa a Perugia per martedì mattina, dagli Usa arriva l'apprezzamento per come si è conclusa la sentenza della corte d'assise d'appelllo. Esprime «attenta considerazione della vicenda nell'ambito del sistema giudiziario italiano», la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland che ha fatto sapere: «La nostra ambasciata a Roma continuerà a fornire l'appropriata assistenza consolare alla signorina Knox e alla sua famiglia»


Fonte: Corriere.it



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03/10/2011 23:27
 
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Giustizia è fatta... ? [SM=g10284]



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04/10/2011 12:24
 
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Re:
Titti-79, 03/10/2011 23.27:

Giustizia è fatta... ? [SM=g10284]




Giustizia non è mettere qualcuno in galera giusto per avere un capro espiatorio così la gente è contenta.

Mai lasciarsi fuorviare dai sentimenti, in questi casi. Perchè la ragazza morta, in ogni caso, non tornerà in vita, ma si può correre il rischio di "uccidere" due innocenti solo per la soddisfazione di "aver fatto giustizia"?

L'avvocato Bongiorno, come sempre, ha detto parole sacrosante.



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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05/10/2011 09:30
 
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Per me assolti per insufficienza di prove ma non per non aver commesso il fatto come è stato fatto!!!
Comunque come ho già detto in altro luogo,si tratta di un caso di suicidio della giustizia! [SM=g27825]



Siamo seri:

AAAAAA. Giovane studentessa straniera cerca stanza da condividere a Milano. Chiedere di Amanda.

Equitalia: se non paghi ti mandano un sollecito.

L'importante non è scegliere tra bene e male, l'importante è scegliere l'Avvocato Bongiorno come difesa. (bastardidentro.it)

[SM=g2535979] amaro!!!




O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

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Se le prove non erano sufficienti allora è meglio un colpevole fuori che un innocente dentro!
E poi per me che sono mamma... la morte di un figlio non avrà MAI giustizia.

Titti.



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